(al
telefono, al pomeriggio)
Carla. Mamma, buon
natale.
Nonna. Bon nadal
anch' a ti, che credevo che non mi telefonavi.
Carla. Sai
‘stamattina preparare il pranzo di Natale, poi ti ho ben chiamato ma eri sempre
occupata.
Nonna. No, oggi lo
sai non si fanno i mestieri.
Carla. Neanche i
piatti? E poi dicevo che avevi sempre il telefono occupato, e dopo pranzo non
rispondevi.
Nonna. Ero su
internet.
Carla. Ma dai anche
oggi, dove navigavi?
Nonna. No sono stata
all’asciutto; è stato l’Andrea che quando è venuto a casa dal papà della Bruna,
che hanno mangiato là e io ero qui con la Yvonne, mi ha collegato con la Elena,
te la ricordi?
Carla. Come
collegato, le hai telefonato?
Nonna. No col
computer che ci vedevano e parlavamo e mi ha fatto vedere il suo nuovo bambino,
che di persona non l’avevo ancora visto, e meno male, per via dei virus.
Carla. Allora avete
fatto una video chiamata.
Nonna. Si può alla
mia età. È proprio vero che non si finisce mai di imparare. Perché non
l’abbiamo fatto anche noi?
Carla. Mi aveva detto
qualcosa Andrea, ma io non sono capace.
Nonna. E il tuo
superuomo?
Carla. Lascialo stare
che è andato a dormire pieno di vino e non si è ancora alzato. Che sono quasi
preoccupata.
Nonna. Se non fa la
pipì nel letto, va bene. Se ricomincia a bere vuol dire che è venuto come prima,
che è guarito.
Carla. Ma io speravo
che dopo quello che ha passato, almeno certi vizi li lasciava.
Nonna. Per quello lì
anche l’Italia e gli italiani dicevano che erano venuti più responsabili e
tutto e guarda adesso per le feste che mucchi…
Carla. E allora
l’Ylena e la sua famiglia?
Nonna. Il bambino è
troppo bello, un maschietto che ha preso ancora da lei, come la femmina.
Carla. E come l’hanno
chiamato?
Nonna. Oh Signore, mi
è scappato di mente. Aspetta come Giovanni, il suo uomo, ma in russo.
Carla. Ivan?
Nonna. Brava te sì
che si vede che sei studiata.
Carla. E la bambina è
cresciuta?
Nonna. Dovevi
vederla, non so neanche come faceva stare dentro il computer.
Carla. Il computer?
Vorrai dire lo schermo. E non mi ricordo più come si chiamava.
Nonna. Si chiama
ancora, aspetta che mi è scappata di mente… ah forse Vassi.
Carla. Quella non è
la sorella?
Nonna. Anche lei è
venuta una sorella, che prima era figlia unica.
Carla. Mamma! Stai rincitrullendo?
Mi preoccupi.
Nonna. Ah già la
Vassi, che poi è Vassilissa è la sorella di lei la Elena. La bambina si chiama…
Carla. Irina?
Nonna. Brava te sì
che si vede che sei studiata.
Carla. Cosa c’entra
lo studio, basta la memoria che vedo che tu la stai perdendo.
Nonna. Perché te mi
vedi? se io ti sento e basta.
Carla. Lasciamo
perdere e lì la… la Bruna è venuta ancora a dormire con l’Andrea?
Nonna. Sì, mangiare a
casa sua ma dormire…
Carla.
Anche a Natale certe cose…
Nonna. Ma magari ha
davvero solo dormito. E poi… certe cose… se non c’erano non c’era neanche il
natale.
Carla. Mamma oltre la
memoria stai perdendo anche la ragione?
Nonna.
No, ragiona te: natale non vuol dire nascita? E per fare venire le nascite non
bisogno fare quelle cose che dici te? Che è stato troppo bello vedere un
bambino appena nato.
Carla. Ma non ha già
qualche mese?
Nonna. Sì e vedevi…
cioè vedevo io come rideva che l’avevo messo in una scatola dei regali e lui
tutto vestito di rosso e con la scuffia di babbo natale. Troppo bello.
Carla. Non farti
intenerire troppo che noi ormai.
Nonna. Non noi ma
quelli dopo di noi… se gli lasci fare certe cose.
Carla. Ma prima
bisognerebbe sposarsi.
Nonna. Prima del natale…
della nascita o di quelle certe cose?
Carla. Non ti
rispondo neanche.
Nonna. E io non ti
avevo chiesto neanche, allora per l’Andrea.
Carla. Mi rimproverai
ben tutta la vita?
Nonna. No ti loderò
tutta la vita ed è per quello lì che… che spero nel 21.
Carla. Giochi al
lotto?
Nonna. No nel natale
del 2021… ho detto natale!