(Pasqua a casa)
Yvonne. Ciao nonna,
ciao Andrea, io arrivata.
Nonna. Benvenuta e
buona Pasqua. Te l'ho detto che vengono anche i miei a mangiare oggi?
Non ti dispiace?
Yvonne. Ma sei te
casa tua, ospite te.
Nonna. E anche te.
Yvonne. Bisogno in
cucina?
Nonna. Sì, se mi
lavi l'insalata, ti sono grata. Vedi che brava a fare le rime?
Yvonne. Poi imparo anch'io
italiano se te mostri.
Nonna. Sì io
mostro... di bravura.
(Yvonne va in cucina)
Andrea. Ma perché
hai invitato anche lei? Non doveva essere una cosa in famiglia?
Nonna. Ma dopo
mangiato. Adesso non c'è mica la Bruna.
Andrea. Io volevo
incominciare a parlare con i miei.
Nonna. Se vuoi io e
la Yvonne poi andiamo a lavare i piatti.
Andrea. Ma poi
viene tardi. Magari mio papà vuole andare a letto...
Nonna. Con chi...
con lei?
Andrea. Ma a
riposare. Sai com'è: ci si abbuffa e poi lo stomaco vuole...
Nonna. Un tributo
di sangue! Me l'ha spiegato la Bruna. Se il sangue, che ne abbiamo
sempre lo stesso, deve andare allo stomaco cala nel cervello. Chissà
il mio?
Andrea. Io volevo
quasi chiederti di licenziarla e tu la inviti a Pasqua.
Nonna. Poverina,
oggi magari era da sola. E poi perché licenziarla, ma sei matto? È
così sveglia.
Andrea.
Fin troppo.
Nonna.
E poi piace anche alla Bruna.
Andrea.
Ma non a me.
Nonna.
Perché è nera, ma se non eri impegnato non dirmi che non ti piaceva
anche a te.
Andrea.
No io le nere... scusa il razzismo, ma è proprio una questione di
pelle.
Nonna.
Nera.
(arrivano
Cristiano e Carla)
Carla.
Buona Pasqua a tutti. Scusate il ritardo ma siamo passati a messa.
Che tu mamma neanche oggi...
Nonna.
Ma ho letto che dopo gli ottanta si è dispensate.
Carla.
Comunque abbiamo deciso di fermarci 'sta notte quindi ti posso
accompagnare alla messa pomeridiana.
Nonna.
Non vorrei disturbarti. Poi due messe...
Carla.
Lo faccio volentieri per te.
Nonna.
Allora facciamo domani. C'è messa anche domani e vale ancora no?
Carla.
Non lo so. Puoi guardare su internet Andrea?
Nonna.
Se la messa l'hanno messa...
Cristiano.
Sì scherza adesso che poi con la Bruna ridiamo noi. Oh ma ha
cambiato colore?
Yvonne.
Buon giorno signori e buona Pasqua.
Cristiano.
Io mi aspettavo l'uovo marrone, non un'ospite.
Nonna.
Abbiamo la colomba.... bianca, il coso marrone lascialo a me se non
ti piace.
Cristiano.
Bella abissina...
Nonna.
L'Italia ignorantina...
Cristiano.
Ti racconto un aneddoto – sai che cos'è? Che è capitato a voi.
Nonna.
E lo sai te?
Cristiano.
Perché lei non era ancora nata.
Nonna.
E i vecchi non raccontano niente.
Cristiano.
Mi lasci parlare senza interrompermi, almeno a Pasqua? Allora doveva
andare in un vostro villaggio il duce. Ma non so se lui è mai
andato. Magari un suo generale.
Nonna.
Graziani.
Cristiano.
Non so.
Nonna.
Non eri ancora nato... e lui non ne ha fatti nascere di loro...
Cristiano.
Allora gli ufficiali di quella zona si sono dati da fare per
l'accoglienza e hanno pensato di far schierare tutte le ragazze
giovani all'ingresso del villaggio. Tutti d'accordo, fanno le prove e
vedono che hanno su solo un gonnellino di paglia, ma sono a seno
nudo. E non andava bene.
Nonna.
Che Graziani le voleva tutte biotte.
Carla.
Mamma, se era proibito ai soldati italiani avere rapporti con le
indigene. Non l'hai studiato?
Nonna.
Che poi sono venute le leggi razziali.
Carla.
Quelle per gli ebrei.
Nonna.
E già che il razzismo è solo contro gli ebrei, contro i neri no.
Cristiano.
Mi lasciate continuare che adesso viene il bello? Allora hanno dato
l'ordine al capo villaggio di far coprire il seno alle ragazze quando
arrivava il gerarca. Ma non c'era più tempo per le prove. Così
quando è arrivato il generale, il capo ha detto alle donne di
coprire il seno e loro sapete che cosa hanno fatto? Mica avevano
messo indosso niente di più. Hanno tirato su il gonnellino e basta,
così si vedeva tutto di sotto. (ride da solo)
Carla.
Cristiano, ti sembra una cosa da raccontare a Pasqua e di fronte a
una minorenne?
Cristiano.
Ma loro crescono prima. A quindici anni hanno già tre figli.
Nonna.
Yvonne quanti anni hai?
Yvonne.
Sedici.
Nonna.
E quanti figli hai, quattro?
Cristiano.
Loro qui si fanno furbe. Aspettano di farsi mettere incinta da un
bianco. Vero o no neretta?
Yvonne.
Io solo se mi piace, non guardo colore, e lei?
Cristiano.
Cosa c'entro io? Piuttosto la sapevi la storia?
Yvonne.
Sì, forse sentita, ma finale diverso.
Carla.
Si sono coperte il seno davanti?
Yvonne.
No hanno mostrato culo di dietro.
Carla.
Che sporcaccione.
Nonna.
Sì quel Graziani là aveva un corpaccione, chissà quante ne ha
violentate e poi l'ha fatta franca. Non l'hanno neanche ammazzato a
piazzale Loreto.
Carla.
Bella vergogna.
Nonna.
Sì lasciarlo impunito così.
Carla.
Ma non lui... Lasciamo perdere. Non so come ho fatto a crescere nella
tua famiglia, mamma. Mangiamo e parliamo d'altro.
(dopo
pranzo)
Andrea.
Yvonne adesso devo andare a prendere Bruna, ti porto a casa?
Yvonne.
Io la saluto che non ho più vista da ospedale.
Andrea.
Meglio così... se no ci fai perdere troppo tempo che noi dobbiamo
parlare con i miei. Vero nonna?
Nonna.
Sì Yvonne, hai pazienza, che è roba di soldi... non mi lasciano
sentire neanche a me.
Yvonne.
E Bruna sì?
Nonna.
Che ne so. Comunque adesso vai e grazie che sei venuta. Vieni non
domani che sono qui loro, ma martedì, che speriamo che è bello e
non il tempo brutto come ieri.
Yvonne.
Ma tempo in cielo o tempo adesso?
Nonna.
Tutt'e due. Adesso vai, ciao.
(arriva
Bruna)
Bruna.
O buongiorno, non mi aspettavo ci foste anche voi. Non me l'hai
detto, nonna.
Carla.
Invece noi ti aspettavamo.
Andrea.
Mamma, ma il papà è andato a
dormire?
Carla.
No, è di là, ha detto che deve
vedere le Fiandre, che non so cosa sono.
Nonna.
Ma maestra, sono... non lo so
più neanch'io se sono Belgio o Olanda. È
la stessa cosa della Fiamminghia?
Andrea.
Io andrò di là, così parlate.
Nonna.
Vengo anch'io così imparo la
geografia.
Carla.
E ci lasciate qui noi due sole?
Nonna.
Così parlate male di noi.
Carla.
No vi fermate tutt'e due che
dobbiamo parlare di questa convivenza.
Nonna.
Convenienza?
Carla.
Non far finta di non capire, mamma, ho detto convivenza non
convenienza.
Nonna.
Ma ti è conveniuta avere qui la Bruna al pomeriggio se no dovevi
pagare di più la badante.
Carla.
Caso mai sarà... stato conveniente per te.
Nonna.
E già, la pago io.
Carla.
E ti sei anche risparmiato il ricovero per ora.
Bruna.
Se volete ricattarmi col discorso che se non torno mandate la nonna
all'ospizio, non ci sto.
Nonna.
Non ci sto neanch'io.
Carla.
No, non era quello. Anzi quello, se permetti, lo decido io, che tu
stai qui o che stai dove vuoi. Piuttosto non può più continuare
questa convivenza.
Bruna.
Avete deciso che non vado bene per l'Andrea? Quello, se permette, lo
decidiamo noi.
Carla.
Eccola un'altra che mi fraintende. Ma non mi so spiegare? Ormai siete
assieme da quanti anni... lavorate tutti e due, siete anche
maggiorenni, o vi sposate o vi lasciate.
Bruna.
Dato che siamo maggiorenni decidiamo noi se sposarci o lasciarci.
Carla.
Ma lasciare questa casa, se non vi sposate, lo posso decidere io, o
no?
Bruna.
Andrea, tu cosa dici?
Andrea.
Per me, basta stare con te, anche in una capanna.
Nonna.
Due cuori e... Senti un po' Carla. L'Andrea è il vostro unico erede,
no? Io i miei soldi glieli ho già intestati a lui. Non dico che
dovete intestargli la casa, ma a chi vuoi lasciarli alla Chiesa?
Carla.
Ah, mamma degenere, oggi non ti sei ricordata di bagnare gli occhi
quando hanno ripreso a suonare le campane. Che l'acqua è santa in
quel momento.
Nonna.
Senti, cristiana, mi fai venire te l'acqua agli occhi adesso.
Carla.
E poi tu ti dichiari erede della tradizione, e non la ricordi più.
Nonna.
Erede è l'Andrea, e te ti ricordi che oggi è il 1° di aprile e
quell'anno che mostravi alle elementari ti avevo attaccato così bene
il pesce alla giacca che sei venuta a casa che ce l'avevi ancora?
Carla.
Io non mi ricordo.
Nonna.
Perché non te ne sei mai accorta. E il bello che ti avevo chiesto se
avevi scritto tanto alla lavagna e te mi avevi detto di sì.
Carla.
Non cercare di sviare il discorso come al solito. Allora chiariamo la
situazione?
Nonna.
Chiaro! Ma non possiamo aspettare che c'è anche Cristiano, che lui è
più... moderato?
Andrea.
Adesso toglierlo dallo sport sarà dura.
Bruna.
Poi io vorrei tornare a casa presto, devo distendermi un po'. Andrea
portami a casa.
Andrea.
Sì subito, così parliamo.
Nonna.
E allora Brunina, vieni domani che loro sono ancora qui a mangiare a
mezzogiorno.
Bruna.
Vengo per cena.
Nonna.
Così poi...