(sulle
rive del Ticino)
Nonno. Ma Fiorenza, che roba fai qui,
non sei andata a scuola? Avevi qualche compito in classe?
Nipote. Adesso si chiamano verifiche,
nonno. Ma mi stimi proprio poco. Non ho voluto scavallare, ho scioperato. Non
sai che c’è lo sciopero sul clima?
Nonno. Le inventate tutte per non
lavorare. Ai miei tempi noi ce la facevano vedere, prima ancora che i
professori, i nostri genitori.
Nipote. Ci provino, oggi.
Nonno. E poi per che cosa? Ho capito
bene, per il clima? Non sei contenta che sembra già primavera, vedi che ci sono
già piante in fiore, Fiorenza?
Nipote. Ma se me l’hai detto tu che il
fiume è malato, e che è quasi in secca.
Nonna. Ogni tanti anni capita. Ma
adesso che si sciolgono i ghiacci sulle Alpi…
Nipote. Si sono già sciolti, nonno. Non
li leggi i giornali?
Nonno. Adesso non esagerare, li leggo
i giornali e mi fanno arrabbiare. Anche il nostro sindaco si è adeguato alla
moda, ha proibito anche i diesel euro 3. E io cosa ne faccio della mia
macchina? Me la paga lui una elettrica?
Nipote. Ci sono gli incentivi, come per
le fonti rinnovabili.
Nonna. Raccontabili… me la racconti
bene con quelle robe lì. E poi come facciamo con l’elettricità, torniamo alla
candela? Te sei giovane non sai neanche cosa vuol dire, lasciamelo dire a me.
Nipote. Guarda che ormai anche in
Italia la metà della energia elettrica è data dalle rinnovabili.
Nonna. Ma quale? che io…
Nipote. Il sole e il vento…
Nonna. E di notte e quando non c’è il
vento, come qui da noi?
Nipote. E poi c’è l’energia
idroelettrica.
Nonno. Ecco, anche quella lì fa che
abbassare il Ticino: sono loro che trattengono l’acqua.
Nipote. Scherzi, nonno. Lo dici per
darmi contro. Ti ho sentito tante volte, anche quest’inverno che ti lamentavi
che non pioveva e il fiume soffriva come mai prima.
Nonno. E te te la prendi solo con la
siccità, non con la plastica, guarda qui quanta ne hanno lasciata quei vandali,
che quando abbiamo fatto la “giornata del verde pulito” abbiamo riempito dieci
sacchi in duecento metri di rive.
Nipote. Siamo sempre noi i
responsabili.
Nonno. E le fabbriche, che hanno
scaricato di tutto?
Nipote. E le città?
Nonno. Con i depuratori che non ci
sono o non funzionano bene.
Nipote. E allora vedi che siamo
d’accordo?
Nonno. Ma prima le altre cose che il
riscaldamento, che sono più urgenti, non sai che non ci sono quasi più pesci?
Praticamente adesso di pesci nostri non ce sono più, con l’acqua inquinata.
L’inquinamento soprattutto è la prima cosa, che fa effetto è l’inquinamento
perché praticamente il pesce non riesce più a riprodursi, perché i sassi sono
tutti ricoperti di quella melma lì, che è anche roba… diciamo chimica che le
uova non riescono… E poi sono subentrati le speci immigrate, che sarebbero il
siluro, poi c’è anche l’aspio che è un altro pesce che non c’era prima, che è
anche lui un predatore, oltretutto. Poi è arrivato il gambero rosso della
Pennsylvania che anche lui mangia le uova dei pesci. Poi qualcuno ha liberato
delle tartarughe d’acqua, che si sono riprodotte, e anche quelle lì sono
dannose. Praticamente tutte le speci dannose si sono sviluppate perché sono più
resistenti anche all’inquinamento.
Nipote. Me lo dici sempre. Ma tu ti
preoccupi dell’oggi, io del domani.
Nonna. Se non mangi oggi non arrivi a
domani.
Nipote. Oggi mangiamo troppo.
Nonna. Eccola lì la vegetariana. Non lo
sai che sei nell’età dello sviluppo? Non hai sentito che cosa ti ha detto il
dottore e come è preoccupata tua mamma?
Nipote. Non confondiamo le cose. Poi io
sto bene, faccio anche sport.
Nonno. Ma un bel piatto di carne…
Nipote. Al massimo di pesce. Cos’hai
lì, cosa hai preso oggi?
Nonno. Guarda che bella tinca, è uno
dei pochi pesci nostri che ci sono ancora, ed è buona. Se mi prometti che la
mangi ti invito a casa mia e te la cucino io.
Nipote. Va bene, tisinatt!
Nonno. Allora non mi chiami più
tisin-matt?
Nipote. No, perché lo so che la pensi
come me.
Nonna. Ma prima l’inquinamento…
Nipote. Che incominceremo a diluire
combattendo la siccità… il riscaldamento.
Oggi
l’inquinamento
fa rima con il riscaldamento,
è ora del cambiamento.
Nonna. Sei una poetessa, Fiorenza.
Nipote. Non dirlo alla mia prof di italiano,
però.
(caricano la bici in macchina e mentre stanno
per partire incontrano una folla di studenti)
Nonna. Che cosa fanno tutti quei
ragazzi? Non vanno a scuola?
Nipote. No sono tutti in sciopero per
il clima.
Nonna. Il clima, e dove lo vedi il
clima?
Nipote. Me l’ha detto tu prima: dove
meglio che nel nostro fiume, inquinato, senza più pesci e in secca?
Nonna. Mi secca, ma forse hai ragione
te. Questi giovani d’adesso… Ma se non c’eravamo noi che vi raccontavamo
com’era prima?
Nipote. E come avete… hanno rovinato
dopo?